27/11/13

La vita è bella


Abbiamo visto in TV il film “La vita è bella”, diretto dal comico e attore Roberto Benigni (che tra l'altro interpreta il personaggio principale: Guido).
È stato girato nel 1997 per la maggior parte ad Arezzo, una provincia della Toscana.
È la storia di Guido, un ebreo, che trasferisce con un amico ad Arezzo, dove viene ospitato da suo zio, che aveva un albergo nel quale Guido comincia a lavorare come cameriere, alla fine degli anni '30. Un giorno in campagna incontra per caso una giovane signora, Dora (Nicoletta Braschi). Giudo a lei si presenta come “Principe Guido”e lui la chiama “Principessa”. I due provano subito una simpatia l'uno per l'altra.
Poco dopo nell'albergo viene ospitato un dottore tedesco (di cui scopriamo più in là nel film che proprio quel signore fa il dottore nel campo di concentramento in cui va Guido), che gli fa spesso degli indovinelli (per esempio; “Più è grande e meno si vede” -l'oscurità-, oppure “Se fai il mio nome non ci sono più chi sono io?” -il silenzio-). E comunque nel frattempo Guido incontra un paio di volte per caso Dora.
Una sera nell'albergo dello zio c'è una festa di fidanzamento; Dora si deve fidanzare con un uomo ricco che non ama. Dopo un sacco di capricci da parte di Guido per farsi notare da Dora, lei lo nota e insieme scappano dalla festa.
Non abbiamo capito bene se si sposano o no, ma un anno dopo nasce il loro figlio; Giosuè (Giorgio Cantarini); un bambino svelto e vivace come il padre. Mentre Dora lavora in una scuola elementare come maestra, Guido apre una libreria.
A metà del 1940 arriva nella loro libreria un soldato che porta via Guido e suo figlio. Quando Dora viene a sapere che loro sono stati portati via, lei si reca all'ufficio della deportazione ai campi di concentramento, dicendo che vuole seguire suo marito e il suo figlio. I tedeschi le assicurano che non ce n'è bisogno ma lei insiste e così parte anche lei col treno in Germania, a un campo di concentramento.
Una volta arrivati al campo gli uomini e le donne vengono separati e Guido si tiene Giosuè vicino in segreto. Lui finge per il bene del figlio che il campo sia un gioco e s'inventa regole assurde (come non piangere, non chiedere della mamma o lamentarsi del fatto di avere fame) e che ogni giorno si devono fare delle determinate cose per aumentare il proprio punteggio. Chi vince alla fine del gioco, cioè alla fine della Seconda Guerra mondiale, viene trasportato su un carro armato (il sogno di Giosuè). Verso la fine del film Guido viene ucciso e siccome lui già sapeva che sarebbe stato ucciso, obbligò a Giosuè a rimanere nascosto in una piccola cabina elettrica, finchè egli non avrebbe più sentito rumori. Due giorni dopo il campo viene liberato dai alleati americani e Giosuè, uscendo dalla cabina, vede un carro armato e lo ferma e così viene fatto salire. Il film finisce con l'abbraccio tra Dora e Giosuè.
Ci è piacuto molto il film, anche perchè il tema ci interessava parecchio. È molto bello e commovente sapere che, alla fine del film, tutte le promesse fiabesche che ebbe detto Guido, si fecero per verità.

scritto da Perla e Giada

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