29/01/14

La giornata della memoria


La giornata della memoria si celebra il 27 gennaio perchè proprio quel giorno, nel 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa entrarono ad Auschwitz, uno dei tanti campi di concentramento e sterminio nazisti.

Con il termine Shoah in lingua ebraica ci si riferisce ad una sciagura improvvisa, inaspettata, una catastrofe; è un altro termine utilizzato per riferirsi all'Olocausto.
La Shoah è un genocidio che attraverso un piano, una serie di azioni, volle distruggere un intero gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso.

In totale, durante la seconda Guerra Mondiale, furono costruiti circa 15.000 campi di concentramento e sterminio in Europa dalla Germania Nazista.
I più conosciuti sono Auschwitz – Birkenau (campo di concentramento e sterminio), Sobibòr (campo di sterminio), Buchenwald (che però era un campo di lavoro), Mauthausen – Gusen (campo di lavoro e sterminio) e Dachau.

In questi anni furono uccisi in questi campi più di 6 milioni di ebrei e 500 mila di Rom e Sinti.
Non erano solamente gli ebrei e zingari a essere stati sterminati, ma anche omosessuali, comunisti, Testimoni di Geova, storpi, persono con un handicap e oppositori al regime Nazista.
In totale furono uccisi più di 14 milioni persone durante il genocidio.

Il campo di concentramento nazista è una struttura carceraria all'aperto per la detenzione di una grande quantità di persone.
Quindi per eliminare tutte le persone considerati "indesiderabili" dai Nazisti, essi crearono dei campi di concentramento e di sterminio: nei campi di concentramento i prigionieri venivano classificati in base alla loro capacità di lavorare; chi era troppo debole veniva ucciso nelle camere a gas camuffate da docce, mentre i più forti erano sottoposti ad un lavoro schiavistico.
Anche questi ultimi, a causa delle terribili condizioni di vita e di lavoro a cui erano sottoposti, spesso non sopravvivevano.
I campi di sterminio erano invece pensati esclusivamente per l'uccisione delle persone.

Nei campi di concentramento i prigionieri persero la loro persona; non ci fu più solidarietà o fratellanza perchè ognuno pensava a se stesso.
I prigionieri non ebbero più un'identità, un nome. Infatti sul braccio venne loro tatuato una serie di numeri e fu essa la loro “identità”.
Nessuno conosceva più l'amore e spesso furono afflitti per il resto della loro vita, chi sopravvisse, dalle oribili scene vissute nei campi.
di Perla

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